Una nuova cattedra in biologia computazionale grazie alla Fondazione Daccò

Institutional Communication Service

22 July 2013

Comunicato stampa
Lugano 22.07.2013 

 

La Fondazione Daccò finanzierà con 150'000.- CHF all'anno per 3 anni la nuova cattedra in biologia computazionale. I contorni scientifici di questo innovativo progetto sono stati definiti negli scorsi giorni dai prof. Rolf Krause e Michele Parrinello dell’Istituto di scienze computazionali (ICS), insieme al direttore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona (IRB) prof. Antonio Lanzavecchia, che si sono riuniti per scrivere il bando di concorso (http://www.usi.ch/call-computational-biology-2013-213355.pdf). Questa cattedra interdisciplinare prevede una nuova posizione di professore assistente e costituisce un ulteriore prezioso tassello nella sempre più intensa collaborazione tra l’Università della Svizzera italiana e l'IRB, centro di ricerca affiliato all’USI dal 2010. Il nuovo professore assistente in biologia computazionale sarà affiancato da due dottorandi, finanziati dalla Fondazione per la ricerca e lo sviluppo dell'USI.

La biologia computazionale consiste nello studio di complessi problemi biologici mediante raffinati metodi di simulazione numerica che sfruttano l’enorme potenza di calcolo dei supercomputer di nuova generazione e costituisce un pilastro fondamentale delle moderne scienze della vita e delle industrie che si basano su questo settore. Attualmente questa disciplina è sempre più rilevante per capire i fenomeni  in ambito biologico, con ricadute possibili che spaziano dalla ricerca farmaceutica alla diagnostica medica, dalla produzione di alimenti a quella di nuovi trattamenti per le malattie neurodegenerative.

“Abbiamo deciso di finanziare questo progetto” – spiega Cele Daccò - “che reputo ad alto valore aggiunto: il grande potenziale della biologia computazionale risiede nel suo orientamento pratico e nell’intensa attività di ricerca che la caratterizza. Si tratta di una disciplina che può offrire un prezioso sostegno a settori chiave della nostra società e della nostra industria e che permette di valorizzare ulteriormente l’intenso lavoro di alto livello svolto dall’Istituto di Ricerca in Biomedicina IRB”.

Con oltre 350 pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche, l’IRB ha saputo conquistarsi una reputazione a livello internazionale come centro di eccellenza nel campo dell’immunologia. Il direttore, prof. Antonio Lanzavecchia, sottolinea il potenziale di questa nuova iniziativa: “Grazie alla cattedra in biologia computazionale e alla collaborazione con l’Istituto di scienze computazionali dell’USI potremo portare la nostra ricerca sulle cellule in un nuovo e futuristico laboratorio, quello  virtuale creato dai supercomputer”. “Il grande vantaggio” – spiega a questo proposito il prof. Michele Parrinello dell’ICS – “consiste nella capacità dei supercomputer di gestire enormi quantità di dati e di costruire simulazioni estremamente complesse”. “D’altronde” – afferma infine il prof. Rolf Krause, direttore dell’ICS – “il nostro istituto è per definizione interdisciplinare. Diversi gruppi di ricerca applicano già il supercalcolo all’ingegneria, alle scienze naturali, alla medicina e in particolare alla biomeccanica, alla biochimica e alla biologia. La nuova cattedra sarà il segno tangibile di questo nuovo e solido legame accademico con l’IRB”.

Il nuovo fronte di ricerca scientifica in biologia computazionale potrà avvalersi non solo delle più avanzate conoscenze e attrezzature dell’ICS e dell’IRB, ma anche delle eccellenti infrastrutture del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS, dell’ETZH) a Lugano.

Secondo l’USI questa iniziativa rappresenta un’ottima opportunità non solo in termini di ricerca scientifica e di didattica, ma anche per il tessuto economico del nostro territorio: “Questa nuova cattedra” - sottolinea il Presidente dell’USI prof. Piero Martinoli – “consentirà all’USI di accrescere il proprio contributo a un nuovo Ticino che possa diventare un microcosmo di ricerca, imprenditorialità e strutture ad alto valore aggiunto in grado di creare posti di lavoro qualificati per i nostri giovani, sfruttando e consolidando anche nel nostro Cantone le potenzialità di un settore a forte orientamento pratico in cui la Svizzera, sede di importanti gruppi attivi nelle scienze della vita, ha già saputo conquistarsi un ruolo di primo piano”.

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