Agli inizi dell'arte. La pittura delle origini

Institutional Communication Service

15 October 2010

Il TEC-Lab, Facoltà di scienze della comunicazione,
Università della Svizzera italiana, USI, è lieto di presentare

AGLI INIZI DELL'ARTE.
LA PITTURA DELLE ORIGINI

mercoledì 27 ottobre e giovedì 11, 18 e 25 novembre 2010
Ore 18.00
Università della Svizzera italiana, via Giuseppe Buffi, Lugano

 

un ciclo di incontri proposti dall'Associazione Archeologica Ticinese, che intende affrontare l'affascinante tema della pittura nell'arte delle origini, dal Paleolitico all'epoca etrusca.

Dopo il fortunato ciclo sulla scultura delle origini dell'autunno 2008 e sempre con l'intento di offrire ai soci un'occasione privilegiata di approfondimento, la AAT invita anche in questa nuova occasione importanti relatori proponendo quattro lezioni di 90 minuti con discussione, coordinate dall' archeologa Cornelia Isler-Kerényi.

L'evento è organizzato con la collaborazione del TEC-Lab, Facoltà di scienze della comunicazione, Università della Svizzera italiana. 

La pittura delle prime civiltà è forse l'espressione artistica più affascinante per lo spettatore di oggi. Oltre che sulla figura umana, è infatti in grado di dirci qualcosa sul suo rapporto con l'ambiente che la circonda e che la condiziona: i suoi simili, gli animali, la natura. E lo fa nel linguaggio formale caratteristico di ogni cultura e soprattutto, suggestivamente, con i colori. In questa prima serie di quattro lezioni verranno presentate manifestazioni pittoriche nelle celebri grotte preistoriche francesi e spagnole, nell'Egitto dell'età dei Faraoni, a Thera (Santorini), centro ormai famoso della civiltà cicladica del secondo millennio a.C., e nelle più importanti tombe etrusche di Tarquinia. A una seconda serie, da realizzare in futuro, si riservano panoramiche sulla pittura greca classica e romana, e infine del mosaico antico.

Questo ciclo di incontri si inserisce nell'iniziativa C@USI. Incontri culturali all'USI, promossa dal TEC-Lab  (www.tec-lab.ch), Facoltà di scienze della comunicazione, Università della Svizzera italiana, che, attraverso una programmazione variegata ed eterogenea, comprendente anche eventi legati alle arti figurative, alla musica, e alla danza si propone di divenire promotore e contenitore culturale, capace di instaurare rapporti di duratura collaborazione con istituzioni esterne e di sollecitare la partecipazione di un pubblico giovane non solo agli appuntamenti culturali del territorio, ma alla programmazione stessa di C@USI.

Gli incontri si tengono presso l'Auditorium, terzo piano, e l'Aula 11, Palazzo Rosso, Università della Svizzera italiana, Via Giuseppe Buffi 13, Lugano, alle ore 18.00.

 

La quota di partecipazione al corso è di CHF 80.-.
Studenti e personale USI gratuita.

 

Per informazioni e iscrizioni:
Segretariato AAT (signora Claudia Wettstein): Tel: 091 976 09 26 (pomeriggio), e-mail [email protected]

Calendario incontri

Mercoledì 27 ottobre, ore 18.00
Auditorium

Jean-Marie Le Tensorer, ex-decano della Facoltà di Scienze dell'Università di Basilea, è titolare della cattedra di Preistoria e Scienze associate e dirige un laboratorio i cui temi di ricerca concernono la preistoria più antica (il Paleolitico) in Europa e nel Medio Oriente. Membro dell'Accademia Svizzera delle Scienze Umane, dal 1982 dirige una missione finanziata dal Fondo nazionale svizzero sulla preistoria della regione di El Kowm nel deserto fra Palmira e Raqqa. Le scoperte eccezionali realizzate in Siria forniscono una risposta sulla diffusione dei primi uomini e sull'origine delle culture preistoriche. Il Professore Le Tensorer collabora inoltre a un progetto internazionale sull'origine dell'arte, che sarà oggetto della presente conferenza. Attualmente lavora nelle grotte di Roucadour e di Lascaux in Francia. Ha studiato a Bordeaux (dottorato in Geologia nel 1972, abilitazione in Preistoria nel 1979); è membro di numerosi comitati scientifici di grandi riviste internazionali di Preistoria e Geologia del Quaternario. Rappresentante della Svizzera alla European Science Foundation, è autore di numerosi libri e di più di un centinaio di pubblicazioni scientifiche.

 

Arte parietale del Paleolitico (in francese)
Spesso si pensa che l'apparizione dell'arte sia opera dell'uomo moderno. Così, specialmente in Europa, la comparsa di immagini figurative, in particolare di animali sulle pareti delle grotte, coincide con quella dell'Homo sapiens all'inizio del Paleolitico superiore, 35'000 anni fa. Il senso estetico è però molto più antico. Per esempio, 500'000 anni fa, il bifacciale, uno dei primi utensili dell'uomo, presenta una simmetria e qualità estetiche notevoli.

La seconda tappa nella genesi dell'arte figurativa, riflesso di creazioni mentali, si è verificata quando l'uomo ha iniziato a tradurre la propria realtà interiore in espressione grafica. L'arte è sicuramente nata da un'esigenza intellettuale come, tempo prima, l'utensile è apparso per un bisogno vitale (esistenziale). La parete rocciosa ha costituito il supporto privilegiato dell'immagine carica di significato. Poiché l'essere umano è sia biologico sia sociale, l'utilizzo dell'immagine ha da allora assicurato la coesione dei due aspetti. Col passar del tempo, l'apparizione e poi lo sviluppo dell'arte hanno permesso all'individuo di inserirsi meglio nel proprio gruppo sociale. Numerosi esempi provengono dalle più famose grotte dipinte d'Europa come quelle di Chauvet, Lascaux o Altamira.

 

Giovedì  11 novembre, ore 18.00
Auditorium

Matteo D'Acunto è Ricercatore in Archeologia Classica presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" dove insegna Archeologia e Storia dell'Arte Greca, Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica e Archeologia e Storia dell'Arte di Creta e delle Cicladi. Si è formato e ha conseguito il dottorato di ricerca presso la medesima università. Ha studiato a lungo ad Atene, ottenendo il Perfezionamento presso La Scuola archeologica italiana di Atene. È autore di pubblicazioni sull'arte, l'archeologia, e la storia della Grecia alto-arcaica ed arcaica relative a Creta, a Rodi e alle Cicladi. In alcuni suoi lavori sviluppa un confronto interdisciplinare tra forme artistiche e letterarie. Ha lavorato in diverse missioni archeologiche in Grecia (Creta e Cefalonia), in Libia (Cirene) ed in siti della Campania (Pontecagnano, Cuma, Paestum). È direttore della missione archeologica de l'Università "L'Orientale" nell'abitato greco-romano di Cuma. È responsabile del progetto della stessa università di riedizione degli scavi della necropoli di Ialysos a Rodi, effettuati durante il periodo dell'occupazione italiana dell'isola.

La pittura minoica
La relazione presenterà in forma sintetica la pittura minoica, attraverso i ricchi cicli pittorici dei palazzi cretesi di Crosso, Festòs, Hagia Triada, Mallia e Zakros. Questa pittura è ad oggi una delle forme più eleganti dell'arte occidentale, anche grazie all'apparente gioia di vivere che traspare dai temi e la "leggerezza" con cui sono trattati. Verranno analizzate le iconografie di questi cicli di affreschi. È necessario considerare la loro posizione nei diversi ambienti del palazzo - vani di rappresentanza, sacri, funzionali - ed evidenziare il rapporto tra immagine e funzione dell'ambiente. In particolare, gli affreschi focalizzano gli aspetti cerimoniali legati alla figura del re e al sistema di potere temporale, religioso ed economico, che ruota attorno ad essa. Le processioni, le "tauromachie", le scene cerimoniali di vita del palazzo, le scene "quotidiane", le scene naturali, tutte concorrono a creare un discorso simbolico, funzionale alla valorizzazione di tutti gli aspetti del potere del re. Infine l'attenzione sarà focalizzata sugli affreschi "minoici" di Santorini: sulle rappresentazioni di vita "quotidiana", di combattimento, di navigazioni a lunga distanza, come nella celebre e tanto discussa Casa dell'Ammiraglio, e sui temi esotici che riflettono una società aperta ai contatti esterni.

 

Giovedì 18 novembre, ore 18.00
Aula 11, Palazzo Rosso

Cornelia Isler-Kerényi: nata a Budapest e cresciuta nella Svizzera italiana, ha studiato archeologia classica a Zurigo e München. Ha partecipato a scavi in Grecia (Samo, Eretria) e in Sicilia (Selinunte, Monte Iato). Temi delle sue ri­cerche e pubblicazioni sono soprattutto la ceramica greca del VI e V sec.a.C., la metodologia e critica degli studi di iconografia antica, la storia dell'archeologia e del colle­zionismo in Europa, l'iconografia dionisiaca. Fra le sue pubblicazioni citiamo: "Dionysos nella Grecia arcaica: il contributo delle immagini", Roma-Pisa 2001 (versione inglese: "Dionysos in Archaic Greece. An Understanding through Images", Leiden/Boston 2007); "L'arte greca", Jacabook Milano 2008; "L'arte di Roma", Jacabook Milano 2009; inoltre quattro capitoli in A. Furger, "Die Schweiz zur Zeit der Römer", Zürich 2001. Ha insegnato in varie università svizzere e italiane, nonchè all'EHESS di Parigi, oltre ad altre attività di insegnamento e di divulgazione. Già presidente della sezione Cultura dell'Unesco svizzera con competenza specifica musei e convenzioni internazionali sui beni culturali. È membro del comitato AAT dal 1997. I Soci la ricordano quale brillante conferenziera, relatrice ai corsi di approfondimento oltre che competente accompagnatrice a mostre e in viaggi AAT (Svizzera archeologica, Crimea, Sicilia occidentale, Sicilia orientale, Grecia, Berlino e Atene).

 

La pittura in Egitto: il caso di Avaris (Tell el-Dab'a)
L'Egitto è, nel Mediterraneo antico, la civiltà che ha restituito il maggior numero di pitture: destinate, nelle tombe soprattutto dei Faraoni e dei loro famigliari, a fissare per sempre le amenità della vita terrena. Esse danno un'idea delle sontuose decorazioni delle abitazioni, assai meno conservate. Un esempio di fascino particolare è quello, scoperto fra il 1990 e il 2007 in frammenti minuti, in una dimora palaziale degli inizi della XVIII dinastia (1500-1450 a.C. circa) nell'antica Avaris, capitale Hyksos nel delta del Nilo. Queste pitture, create evidentemente da maestranze della Creta minoica al momento del suo massimo splendore poco prima della disastrosa eruzione del vulcano di Thera, sono una testimonianza importantissima delle relazioni strette e feconde fra due delle più alte civiltà del mondo antico.

 

Giovedì 25 novembre, ore 18.00
Aula 11, Palazzo Rosso

Benedetta Giorgi Pompilio si è laureata in Lettere Classiche presso l'Università degli studi Pavia con una tesi in Etruscologia e archeologia italica preromana. Ha compiuto scavi archeologici a Lomello (Pavia), a Crespino (Rovigo), e in Val Camonica (Brescia). Da alcuni anni la vita professionale l'ha portata lontana dal mondo archeologico, a cui resta legata grazie all'AAT, di cui è membro di comitato dal 1998, e alla passione che è rimasta immutata. Lavora dal 2003 presso il Museo Cantonale d'Arte, in qualità di collaboratrice scientifica, ed è responsabile dell'ufficio stampa e della didattica.

La pittura etrusca
La pittura, nell'ambito delle forme espressive artistiche del mondo etrusco, ci è nota soprattutto attraverso i magnifici e celeberrimi esempi vascolari, di cui sono emersi nel corso degli scavi più o meno recenti un numero incalcolabile di esemplari. Esiste però anche un altro supporto, altrettanto noto, anche se meno rappresentato numericamente, che è quello murario. La pittura muraria etrusca giunta fino a noi è stata rinvenuta in ambito funerario. Tra le testimonianze di maggior pregio artistico vi sono quelle che si concentrano sull'altura dei Monterozzi dove sorge una vera e propria città dei morti, di rimpetto ad uno dei principali centri politici e culturali della Etruria, Tarquinia, oggi in provincia di Viterbo. Qui la grande pittura funeraria è stata espressione di uno dei momenti della straordinaria crescita economica delle famiglie tarquiniesi di alto rango, collocabile soprattutto nel VI e V secolo a.C.

Attraverso alcuni degli esempi più eclatanti - quali per esempio la tomba degli Auguri, la tomba della Caccia e della Pesca, la tomba dei Leopardi, la tomba del Triclinio, la tomba degli Scudi o ancora la tomba dell'Orco che si data al IV secolo - e il confronto con altri importanti siti etruschi in cui siano state rinvenute tombe dipinte, come è il caso della necropoli  della Banditaccia a Cere (odierna Cerveteri), si cercherà di dare testimonianza di questa importante espressione artistica, che ha toccato livelli qualitativi sorprendenti ed è stata fonte di informazioni sulla vita quotidiana, oltremondana e mitologica del mondo etrusco.

 

Immagini:


Grotta di Lascaux: toro, cervo e cavallo


Akrotiri (Thera, isola di Santorini)


Tell el-Dab’a, Egitto, Delta del Nilo


Tarquinia: Tomba dei Tori

Contatti stampa:

Cristina Elia e Giovanni Zavaritt
Università della Svizzera italiana
Tel +41 (0)58.666.47.92
E-Mail: [email protected]

Benedetta Giorgi Pompilio
Tel. +41 (0)76 3846535
E-mail: [email protected]

Events
15
July
2024
15.
07.
2024
17
July
2024
17.
07.
2024
19
July
2024
19.
07.
2024
22
July
2024
22.
07.
2024
30
July
2024
30.
07.
2024