Zero sigarette nei locali pubblici = più incassi? Sembra di sì, secondo i risultati di uno studio dell'Istituto di comunicazione sanitaria della Facoltà di scienze della comunicazione dell'USI

Institutional Communication Service

22 October 2010

Era tra le argomentazioni più gettonate nel dibattito sull'introduzione del divieto di fumo nei locali pubblici: il possibile impatto negativo del provvedimento sulle entrate economiche degli esercenti. Eppure nei primi sei mesi dall'introduzione del divieto in Ticino, nel secondo semestre del 2007, la nuova legge non sembra aver fatto male alle casse dei locali pubblici che si occupano di gastronomia.

A diversi anni dalla sua entrata in vigore (il 12 aprile del 2007), uno studio condotto dall'Istituto di comunicazione sanitaria della Facoltà di scienze della comunicazione suggerisce che la legge non ha avuto un impatto negativo sulle entrate economiche degli esercenti, almeno per quanto concerne il settore della ristorazione e nei sei mesi immediatamente successivi alla sua entrata in vigore.

La ricerca, intitolata "Einfluss des Rauchverbots auf die Gastronomieumsätze im Tessin" e finanziata dal Tabakpräventionsfonds, Bundesamt für Gesundheit di Berna, ha posto i fatturati degli esercizi commerciali legati alla gastronomia in linea temporale dal 2005 alla fine del 2007, comparando quanto successo in Ticino a quanto accaduto nel resto della Confederazione, dove il divieto non era ancora entrato in vigore.

Sebbene sia difficile stabilire quali fattori influenzino nel dettaglio i bilanci di un esercizio commerciale in questo campo, la comparazione ha permesso di fotografare due dinamiche significative.

La prima: nel secondo semestre del 2007, ovvero durante i primi sei mesi di entrata in vigore del divieto di fumo, il fatturato della gastronomia in Ticino è aumentato più della media - pure positiva - della Svizzera nel suo insieme. L'andamento dei ricavi, che per il nostro Cantone è storicamente legato alla stagionalità, è stato sensibilmente maggiore a quello conseguito l'anno precedente.

La seconda: sempre nel secondo semestre del 2007, il fatturato di bar e discoteche in Ticino è diminuito in modo sensibilmente minore rispetto alla tendenza - marcatamente negativa - registrata negli altri cantoni ancora sprovvisti del divieto di fumo.

Questi due scenari sono legati per il momento solo alla prima fase di introduzione del divieto e dovranno essere completati nel corso del prossimo anno con dati sul medio periodo. Già così, tuttavia, è possibile anticipare una prima conclusione: il divieto di fumo nei locali pubblici non sembra spiegare la decrescita dei bilanci del settore della gastronomia, anzi dal momento della sua introduzione le cose per i ristoranti ticinesi sembrano essere andate meglio che per i colleghi in altri cantoni non ancora soggetti al divieto. Non si può neppure dire che la legge abbia penalizzato maggiormente bar e discoteche perché - nel quadro di una diminuzione generalizzata delle entrate in tutta la Svizzera, dovuta tra altro probabilmente anche dall'inasprimento delle sanzioni contro l'alcool al volante - i locali senza fumo del nostro Cantone se la sono vista meno peggio degli altri locali con sigaretta libera. Il divieto, in definitiva, oltre a far bene alla salute dei clienti non sembra al momento aver fatto male alle casse degli esercenti.

La versione integrale dello studio è disponibile all'indirizzo: http://www.ich.com.usi.ch/evento.htm?doc_id=21540

Lo studio è stato diretto dal Prof. Dr. Peter J. Schulz, Istituto di comunicazione sanitaria, Università della Svizzera italiana, Via G. Buffi 6, 6900 Lugano.

Per maggiori informazioni o interviste al prof. Schulz è possibile contattare Nadia Galli, Institute of Communication & Health, Tel: +41 58 666 4487 (mobile 079.686.08.54), e-mail [email protected].

 

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