Le diverse religioni sui media della Svizzera italiana: troppo pochi gli approfondimenti in grado di favorire l'integrazione

Institutional Communication Service

21 December 2009

L'acceso dibattito nato dopo la votazione popolare sul divieto di costruire minareti in Svizzera ha portato a molte analisi e interpretazioni della situazione del Paese e dello stato d'animo della popolazione elvetica. Le spiegazioni del rifiuto ad una maggiore apertura culturale hanno evocato concetti come la paura dell'altro e dello straniero, l'ansia di perdere la propria identità culturale, le preoccupazioni suscitate dalla forte immigrazione degli ultimi anni. Sorprendentemente si è parlato poco del ruolo dei media nella diffusione di un immaginario legato alla religione, in questo caso alla religione musulmana. Come parlano i media di religione? E come parlano delle religioni «degli altri»?

Per rispondere a queste domande l'Istituto Media e Giornalismo della Facoltà di scienze della comunicazione dell'USI ha intrapreso una ricerca intitolata «La rappresentazione della religione e delle comunità religiose nei media della Svizzera italiana», finanziata dalla Fondazione Daccò, che ha analizzato gli articoli della stampa ticinese e i programmi televisivi della RSI. Dall'analisi emerge che in generale le religioni fanno poca notizia: il cristianesimo, in particolare il cattolicesimo, appare sopratutto in relazione a celebrazioni e ricorrenze, o collegato a contenuti che trattano di valori morali. L'Islam, invece, viene tematizzato soprattutto nel contesto di conflitti politici o di violenza. Le altre religioni sono praticamente assenti nei media della Svizzera italiana analizzati.

Le ricercatrici hanno proseguito lo studio chiedendo ai rappresentanti delle comunità religiose presenti sul territorio di commentare quanto risultato dall'analisi del contenuto, tramite un focus group. Da questo incontro è emerso che nel dibattito pubblico, e sopratutto in quello mediatico, l'informazione sul mondo delle religioni non solo scarseggia, ma è spesso connotata da imprecisioni e da scarsa conoscenza del tema. Proprio queste informazioni, grazie ai media, potrebbero invece permettere alla popolazione una migliore comprensione sia delle proprie origini, sia di quella degli stranieri che vivono in Svizzera.

I giornalisti interessati ad eventuali interviste o a ricevere una copia integrale della ricerca sono invitati a contattare la dottoressa Ruth Hungerbuehler all'indirizzo [email protected].

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Post Scriptum da parte dei ricercatori
Il programma evangelico "Segni dei Tempi" - in onda sulla RSI alle 12.05 - non è stato incluso nel campione selezionato poiché sono state analizzate solo alcune fasce orarie: pre-serale, serale e seconda serata. Nel primo rapporto di ricerca mancava una spiegazione puntuale di questa assenza: per rimediare a questa lacuna, i ricercatori hanno deciso di riaprire l'indagine includendo anche le puntate di "Segni dei Tempi" relative al periodo analizzato. Infatti, anche se il programma non rientra nella fascia della programmazione definita inizialmente per l'analisi, i ricercatori hanno ritenuto di doverlo includere per la sua rappresentatività nel contesto televisivo della Svizzera italiana. Una versione aggiornata dell'analisi sarà pubblicata a breve

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