Cultura, architettura e storia: mobilità lenta nel territorio tra i campus di Mendrisio e Lugano

Institutional Communication Service

27 October 2014

Sabato 8 novembre gli studenti del corso “Elementi di psicogeografia e narrazione del territorio”, condotto dal docente Gianni Biondillo all’Accademia di architettura dell’USI, percorreranno a piedi la distanza tra la sede dell’Accademia a Mendrisio e la sede centrale dell’Università della Svizzera italiana a Lugano, alla scoperta di come cultura, architettura e storia siano radicate nel territorio.

Partendo dal campus di Mendrisio gli studenti, nella loro indagine psicogeografica, visiteranno la Tipografia Elvetica, attiva a Capolago dal 1830 al 1853, famosa per essere stata la tipografia clandestina dei patrioti del Risorgimento italiano e ora trasformata in galleria d’arte; la casa natale di Francesco Borromini sotto i portici del nucleo storico di Bissone; il Ponte Diga; la Swissminiatur come rappresentazione “pop” dell’identità nazionale; il museo dedicato a Domenico Fontana a Melide; il cantiere del nuovo LAC a Lugano; la Biblioteca cantonale, progetto di Rino Tami e restaurata dagli architetti Bardelli di Locarno. Ultima tappa dell’esperienza sarà il campus dell’USI a Lugano.

Come spiega Gianni Biondillo, “narrare significa condividere la conoscenza acquisita, nella speranza di stimolare in altri, attraverso il racconto, il desiderio di ripetere autonomamente l’esperienza”. Per questa ragione gli studenti elaboreranno delle narrazioni del percorso che andranno ad arricchire il sito www.psicogeografia.com, in cui sono già raccolte le narrazioni psicogeografiche realizzate per l’Accademia di architettura dell’USI da Gianni Biondillo e dagli studenti dell’anno accademico 2013-14.

La psicogeografia è una tecnica del corpo, nata con le avanguardie artistiche, che indaga lo spazio urbano percorrendolo a piedi. Oggi è diventata una pratica transdisciplinare dove convergono vari campi del sapere focalizzati sulla comprensione del territorio: la sociologia, l’economia, la geografia, l’antropologia, l’urbanistica, ma anche la letteratura, l’arte, il cinema, la filosofia e altri ancora. La scala del paesaggio è quella dove si giocano autenticamente la comprensione del reale, la sua complessità, le sue contraddizioni. Attraversare il territorio, rigorosamente a piedi, usando il metodo psicogeografico, significa comprendere e interpretare il paesaggio contemporaneo, fuori dai suoi luoghi comuni, restituendogli dignità e identità mediante l’indagine e la narrazione.

I media interessati sono i benvenuti a seguire l’intero percorso o parte di esso. Per coordinarsi o per eventuali interviste sul tema: [email protected] e [email protected]

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