Competitività del Cantone Ticino in linea con la media nazionale tra vantaggi e aspetti da non perdere di vista

Institutional Communication Service

14 September 2012

Comunicato stampa
Lugano, 14.09.12

 

L’Osservatorio delle Politiche Economiche, centro di studio dell’Istituto di Ricerche Economiche dell’USI, ha pubblicato il suo nuovo rapporto annuale sulla competitività del Cantone Ticino.Questa seconda edizione del documento mostra che la competitività del Ticino è generalmente in linea con la media nazionale. Il cantone tuttavia si distingue per alcuni aspetti che lo rendono più competitivo: si tratta di elementi quali il capitale fisico (posizionamento lungo l’asse strategico nord-sud e dotazione di pregio sotto il profilo paesaggistico e territoriale), la struttura imprenditoriale e alcuni aspetti di contesto. Allo stesso tempo è importante non perdere di vista quegli aspetti che condizionano negativamente la competitività del nostro territorio.

Micro e piccole imprese, basso costo del lavoro
Un’economia basata prevalentemente su una rete di micro e piccole imprese consente al Ticino di unire i benefici della diversificazione industriale a quelli della specializzazione. Tale struttura può incontrare difficoltà nell’attivare grandi investimenti nella ricerca, ma permette comunque di reagire in modo tempestivo al cambiamento (attitudine che, soprattutto nel presente, sa essere premiante).
Un altro elemento che distingue il Ticino riguarda il costo del lavoro. Il cantone è l’ultimo tra le sette grandi regioni svizzeri quanto a media del salario mensile lordo. In termini competitivi, considerata la solidità delle altre dimensioni, questo dato è generalmente interpretato dalla letteratura specialistica come un punto di forza, perché attrattivo per le imprese, in un contesto caratterizzato comunque da manodopera specializzata.

Formazione e finanza potenzialità inespresse, manodopera straniera in aumento
Il lato più debole della competitività cantonale sono le potenzialità inespresse. Da un lato il livello di formazione che, con un’alta percentuale di scuola dell’obbligo, non sembra essere il linea con i trend medi nazionali (sebbene si stia registrando un aumento della formazione universitaria). Dall’altro una specializzazione finanziaria (la terza piazza finanziaria in Svizzera) che tuttavia non sembra essere di supporto alla produzione industriale.
Il mercato del lavoro, tipico di una regione di frontiera, mostra una tendenza all’aumento dell’apporto di manodopera straniera. Parallelamente, il nostro cantone vive dinamiche negative che non sono una sua peculiarità, ma fanno parte di una situazione più generale di scompensi sui quali è necessario riflettere: l’invecchiamento della popolazione, la disoccupazione, il rallentamento delle esportazioni.

Analisi della realtà a supporto dei processi decisionali
Il lavoro, che si propone anche come strumento utile per la valutazione delle politiche economiche attuate, è il frutto del monitoraggio svolto dall’Osservatorio delle Politiche Economiche (O-Pol) dell’Istituto di ricerche economiche dell’USI. L’Osservatorio è nato all’Università tra fine 2009 e 2010 per rispondere alle esigenze di analisi della competitività cantonale e di monitoraggio sull’economia e sulla politica economica nate con l’entrata in vigore della legge federale sulla nuova politica regionale: è uno strumento di ricerca, analisi e divulgazione che mira a fornire una base analitica solida sulla quale fondare i processi decisionali.


Il rapporto completo è disponibile a questo indirizzo:
http://www.code.ire.eco.usi.ch/_manage/upload/Pubblicazioni/rapporto_2011.pdf

Per altre informazioni
Valentina Mini
Responsabile dell’Osservatorio delle Politiche Economiche
Istituto di Ricerche Economiche (IRE)
Università della Svizzera italiana (USI)
Tel. 058 666 4115
[email protected]

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