Alzheimer, nuova importante scoperta all'IRB

Servizio comunicazione istituzionale

2 Maggio 2011

Il gruppo del Prof. Maurizio Molinari dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB, Università della Svizzera italiana), ha pubblicato un’importante scoperta che potrebbe favorire lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per contrastare il decorso della malattia di Alzheimer. Lo studio, durato 7 anni e pubblicato sulla rivista PLoSONE, è stato svolto in collaborazione con il gruppo del Prof. Patrick Aebischer del Politecnico Federale di Losanna (EPFL) e del Dr. Paolo Paganetti (Novartis Pharma AG di Basilea).

La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa che colpisce circa il 10% della popolazione oltre i 65 anni d’età causando la progressiva perdita delle funzioni cognitive legate alla memoria, all’orientamento e alle capacità verbali. Una delle principali cause della malattia è la morte delle cellule del cervello causata dall’accumulo di placche di beta-amiloide. La collaborazione tra IRB e EPFL ha portato alla creazione di un dispensatore miniaturizzato per la somministrazione di piccole molecole che bloccano la formazione di queste placche tossiche.

Grazie al sostegno finanziario della Fondazione per lo Studio delle Malattie Neurodegenerative e della Onelife Advisors SA, l’équipe dell’IRB diretta dal Prof. Molinari e comprendente Carmela Galli e Siro Bianchi è riuscita a generare cellule che producono mini-anticorpi che riconoscono in maniera specifica le placche di beta-amiloide, distruggendole. Questi mini-anticorpi sono 8 volte più piccoli rispetto agli anticorpi monoclonali attualmente utilizzati negli studi clinici. Le dimensioni estremamente ridotte dei mini-anticorpi ne facilitano l’arrivo e la diffusione nel tessuto cerebrale, rendendoli potenzialmente molto più efficaci rispetto agli anticorpi convenzionali.

In esperimenti condotti all’IRB su cellule in coltura, i mini-anticorpi hanno dimostrato un’eccellente capacità di impedire l’accumulo di placche di beta-amiloide. La collaborazione con l’EPFL ha permesso di validare questi importanti risultati anche su un modello animale della malattia. Il gruppo diretto dal Prof. Aebischer all’EPFL studia infatti un topo che, proprio come i malati di Alzheimer, è soggetto ad un accumulo di beta-amiloide nel cervello e perde progressivamente le capacità cognitive durante l’invecchiamento. Le cellule che producono i mini-anticorpi generate all’IRB sono state introdotte attraverso un dispensatore miniaturizzato, che ha permesso ai ricercatori di Losanna di somministrare i mini-anticorpi ai topi di laboratorio. Gli studi hanno mostrato che i mini-anticorpi proteggono i topi dall’accumulo di placche tossiche nel cervello e dalla conseguente perdita delle capacità cognitive.

Questi studi aprono la strada a possibili futuri sviluppi di dispensatori miniaturizzati per l’infusione di anticorpi o mini-anticorpi, al fine di contrastare il progressivo peggioramento delle condizioni di pazienti affetti da questo tipo di patologie.  

Per altre informazioni sulle attività del prof. Molinari e del suo gruppo: http://www.irb.ch/index.php?option=com_jresearch&view=researcharea&id=7&task=show&Itemid=87

Eventi
15
Luglio
2024
15.
07.
2024
17
Luglio
2024
17.
07.
2024
19
Luglio
2024
19.
07.
2024
22
Luglio
2024
22.
07.
2024

PyTamaro Summer Academy 2024

Facoltà di scienze informatiche
30
Luglio
2024
30.
07.
2024