Perché un bravo architetto deve saper fare il formaggio

Servizio comunicazione istituzionale

1 Ottobre 2010

All'Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana) può capitare che il progetto architettonico abbia il sapore e il profumo di un formaggio e che venga pubblicato nel libro Le ricette dei designer, di prossima uscita presso la casa Editrice Compositori.  

Lo scorso anno l'architetto e designer Riccardo Blumer ha proposto un corso di design dal titolo Nanostrutture della caseina. Perché un bravo architetto deve saper fare il formaggio. Secondo la logica del docente per cui "la mano forma la mente", si è escluso ogni tipo di rappresentazione grafica tridimensionale e i giovani sono stati invitati a produrre direttamente stampi e formaggi secondo un loro progetto nelle cantine di Villa Argentina, presso l'Accademia. L'Istituto Agrario Cantonale di Mezzana ha fornito la materia prima e la consulenza tecnica tramite l'ingegner Aldo D'Alessandri, mentre la Società Winkler AG le attrezzature. L'architetto Claudia Raisi, assistente di Blumer, ha provveduto a far cagliare dai 50 ai 100 litri di latte a lezione per tutta la durata del corso.   

L'intenzione è stata quella di sfruttare una trasformazione nel campo alimentare per sperimentare la filiera completa tra la produzione della materia prima (il latte) e la sua trasformazione attraverso l'inevitabile uso di forme, connubio inscindibile e necessario allo svolgimento del processo di costruzione del formaggio. Gli studenti hanno potuto sperimentare che la forma non è una sovrastruttura decorativa, ma un'inscindibile componente del processo. Per questioni di tempo non è stata richiesta una ricerca anche sul sapore; il concorso promosso fra gli studenti prevedeva quindi l'osservazione e il taglio del prodotto finale, ma non l'assaggio.  

La giuria ha valutato con particolare interesse non solo la qualità formale dei formaggi presentati, ma anche la loro metamorfosi in relazione al taglio, sottolineando la bellezza dei prodotti che si trasformavano sempre in forme diverse, ma apparentemente finite, anche se necessariamente più piccole.   

La giuria del concorso - composta dall'ingegner Aldo D'Alessandri (Istituto Agrario Cantonale di Mezzana), Toni Perla (Società Winkler AG), Giorgio Antonioli (presidente della STEA-Società Ticinese di Economia Alpestre), dalla designer italiana Raffaella Mangiarotti, da Samantha Rudin (SR Human Kapital Services), dagli architetti Mario Botta e Michele Arnaboldi (Accademia) - ha potuto assegnare dei premi in forme di formaggio alpestre ticinese grazie al contributo della STEA, mentre un premio in denaro è stato offerto dalla Winkler, sponsor tecnico del corso.   

I premi sono quindi stati attribuiti a Francesco Nozzi (1° classificato), Tommaso Arnaboldi e Dario Cadoni (2i classificati ex aequo), Sofia Miccichè e Alfredo Vitello (3i classificati ex aequo); Margherita Corbetta si è aggiudicata il premio Winkler.   

Gli elaborati di Francesco Nozzi, Ricardo Conde e Rae Moore saranno pubblicati nella seconda edizione del libro Le ricette dei designer (Editrice Compositori) in uscita nei primi mesi del 2011.   

Il corso-concorso svolto presso l'Accademia è seguito a quello sui temi dell'aprire-chiudere, scivolare-frenare, tagliare-cucire conclusosi pure con un concorso per la Riri e precede quello che si è appena avviato e che si svolgerà in collaborazione con BIC. Nel corso dell'anno 2011-2012 si toccherà, invece, il delicato tema del design "post-vita" con ASIIOF-Associazione della Svizzera Italiana Impresari Onoranze Funebri.  

Una sintesi dei lavori sui formaggi è anche visibile sino a domenica 31 ottobre nella mostra MAD presso la Galleria dell'Accademia (pianterreno di Palazzo Canavée, Via Canavée 5, Mendrisio, Svizzera), dal martedì al venerdì dalle ore 16.00 alle 19.30, mentre il sabato e la domenica dalle 13.00 alle 18.00 (lunedì chiuso). L'ingresso è libero.    

DESCRIZIONE DI ALCUNI FORMAGGI   

Formaggio di Francesco Nozzi 

Questa forma rompe l'idea monolitica del "pezzo" riproponendo la completezza della forma-formaggio con una serie di elementi a semicupola sviluppati attorno al concetto di un organismo in crescita. Tagliarne un pezzo significa quindi dare ancora più forza all'idea stessa che esprime una potenzialità di crescita senza limite, fino a quando rimarranno almeno due semicupole. Un formaggio di questo tipo non porterebbe mai sulla tavola l'idea di essere già cominciato o che stia per finire.


Formaggio di Francesco Nozzi

 

Formaggio di Ricardo Conde 

È decisamente il formaggio più architettonico. Da sdraiato il foro diventa un contenitore per marmellata, miele o altro, in verticale è la meraviglia di una finestra sul mondo attraverso una parete di formaggio. In questa posizione diventa impossibile tagliarlo. È un formaggio che paradossalmente esprime la potenza del vuoto, elemento necessario alla prospettiva dello sguardo. Da che parte demolire l'idea della cornice di un quadro?


Formaggio di Ricardo Conde

 

Formaggio di Sofia Miccichè 

Questo formaggio è un gioco. La complicità dei commensali diventa la misura di un percorso. Inseguirsi l'un l'altro tagliando di volta in volta pezzi più o meno grandi fino alla scomparsa completa del labirinto. Chi ne mangerà l'ultimo pezzo? Chi deciderà con l'ultimo taglio quanta memoria lasciare della forma iniziale? Tagliare il formaggio diventa quindi il gioco del rapporto con la forma, gioco col quale partecipo a una storia che ha un inizio e una fine.


Formaggio di Sofia Miccichè

 

Press Office 

Amanda Prada, Responsabile comunicazione e conferenze, Accademia di architettura di Mendrisio T +41 (0)58 666 58 69, [email protected]

Eventi
15
Luglio
2024
15.
07.
2024
17
Luglio
2024
17.
07.
2024
19
Luglio
2024
19.
07.
2024
22
Luglio
2024
22.
07.
2024

PyTamaro Summer Academy 2024

Facoltà di scienze informatiche
30
Luglio
2024
30.
07.
2024