Guido Guidi. La Tomba Brion di Carlo Scarpa

Servizio comunicazione istituzionale

13 Febbraio 2013

Giovedì 21 febbraio inaugura nello spazio della Galleria dell’Accademia di architettura di Mendrisio la mostra Guido Guidi. La Tomba Brion di Carlo Scarpa a cura di Isabella Sassi Farìas.

L’inaugurazione dell’esposizione è preceduta dalla conferenza di presentazione alle ore 19.00 nell’Aula magna di Palazzo Canavée alla quale interverranno:
Mario Botta, direttore, Accademia di architettura
Guido Guidi, fotografo
Isabella Sassi Farìas, curatrice
Daniela Mondini, docente, Accademia di architettura
Marco Della Torre, coordinatore di direzione, Accademia di architettura.

LA MOSTRA

Il lavoro di Guido Guidi sulla Tomba Brion progettata da Carlo Scarpa a San Vito di Altivole ha preso avvio nel 1996 a seguito dell’incarico affidatogli dal Canadian Centre for Architecture di Montréal. Dopo una prima pubblicazione dei risultati del progetto nel 1999, Guidi ha proseguito l’indagine in modo autonomo per circa dieci anni, giungendo a realizzare oltre 900 fotografie.
Alla base della sua ricerca sistematica sono le ripetute visite al capolavoro di Scarpa in diverse stagioni e ore del giorno, allo scopo di registrare lo scorrere del tempo e la trasformazione dell’architettura operata dalla luce naturale. Si unisce a ciò la capacità di affrontare l’indagine in modo aperto, lasciandosi sorprendere dal luogo stesso. Non a caso Guidi ha in più occasioni affermato di aver affrontato il lavoro nella modalità dell’apprendere, cercando di far corrispondere la propria immagine mentale a quella di Scarpa.
Si tratta di un’indagine visiva emblematica, che non può prescindere dall’atto stesso del fotografare e che, nelle parole del fotografo, «richiede di vivere il luogo, star lì e guardare, aspettando e mettendosi in ascolto»: un’esperienza maturata sul campo, a contatto con l’oggetto della sua osservazione.
Il percorso espositivo della galleria dell’Accademia di architettura si articola in varie sequenze per un totale di 106 stampe a contatto, che presentano a più riprese le stesse viste con variazioni minime, che «fanno sentire il tempo necessario allo sguardo se vuole afferrare la mutevolezza delle cose», accompagnate da citazioni di opere di altri autori allo scopo di visualizzare le relazioni simboliche e culturali accennate da Scarpa stesso nel suo progetto. La fotografia aiuta Guidi a far mente locale e, attraverso una lettura precisa di alcuni fenomeni luminosi, a evidenziare i riferimenti simbolici alla freccia del tempo di Paul Klee, che Scarpa conosceva.
La mostra si caratterizza per un approccio didattico, sottolineato dalle note di lavoro di Guidi, anch’esse esposte, che permettono al pubblico, in una lettura integrata con le fotografie, di ripercorrere le tappe di comprensione dell’opera di Scarpa.
La fotografia di Guidi, lontana dall’essere illustrativa o lusinghiera, assurge così al ruolo di critica visiva e diventa mezzo di conoscenza del progetto architettonico e delle intenzioni del grande architetto, cercando in questo modo di andare oltre il visibile. 

L’ARCHITETTURA
La Tomba Brion fu progettata da Carlo Scarpa a partire dal 1969, su commissione di Onorina Brion per onorare la memoria del defunto marito Giuseppe, co-fondatore e proprietario della Brionvega, azienda italiana di punta degli anni Cinquanta-Settanta nel settore degli apparecchi elettronici di design. Il complesso monumentale sorge poco fuori San Vito di Altivole nella campagna veneta.
Nella Tomba Brion, come in altri suoi progetti, ogni elemento ideato da Scarpa prende parte ad un meccanismo più complesso. Non è un caso che nei molti disegni preparatori dell’architetto siano presentati in dettaglio gli effetti che la luce e l’ombra producono nel corso delle stagioni, dunque l’influsso del tempo sull’architettura. Per questo motivo le architetture di Scarpa non possono essere colte in una sola immagine: non si tratta, infatti, di quadri prospettici chiusi e conclusi, bensì di composizioni che necessitano di essere vissute, percorse e ricomposte secondo una personale lettura dello spazio che attivi tutti i sensi.Ed è proprio nei disegni che possiamo trovare un’affinità con il lavoro di Guido Guidi. Le forme che Scarpa elabora instancabilmente nei suoi numerosi disegni non sono altro che il tentativo di fissare su due dimensioni l’atto stesso del progettare, del pensiero che prende forma.

GUIDO GUIDI
Nato nel 1941 in provincia di Cesena, Guido Guidi si iscrive prima all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1959, dove entra in contatto con un ambiente intellettualmente dinamico frequentando i corsi di Bruno Zevi, Carlo Scarpa e Mario De Luigi, e successivamente al Corso Superiore di Disegno Industriale, dove segue le lezioni di Luigi Veronesi e Italo Zannier. Viene in contatto con la cultura fotografica americana tramite alcune riviste che lo portano ad apprezzare autori come Walker Evans, Lee Friedlander, Robert Adams, Stephen Shore e John Gossage, e partecipa poi ad alcune campagne fotografiche sul territorio italiano, tra cui Viaggio in Italia (1984), Archivio dello spazio (1991) e Venezia-Marghera (1997).
Guidi predilige l’uso di un’attrezzatura ottocentesca: il banco ottico con lastre 20x25 cm, che permette una visione esatta e necessita di un «tempo per la preparazione di una fotografia che rallenta e intensifica l’atto del guardare»,associata a volte a riprese più rapide realizzate in formato 6x6. Sempre in modalità analogica, che evita le cancellazioni o le manipolazioni digitali in post produzione e favorisce la concentrazione sull’attimo della ripresa come momento fondamentale per entrare in relazione con il mondo.
Da anni Guidi accosta all’attività di fotografo quella didattica, che gli permette di comunicare la fiducia che nutre nei confronti della fotografia intesa come pensiero e come processo. Una progettualità che può essere accomunata a quella, instancabile, di Scarpa, che ad ogni occasione si rinnova riformulando domande, secondo una predisposizione mentale aperta, mai veramente conclusa, cui è difficile apporre la parola fine. Il lavoro di Guido Guidi è stato esposto al Guggenheim Museum e al Whitney Museum di New York, al Centre Pompidou di Parigi, alla Biennale di Venezia e al Canadian Centre for Architecture di Montréal.

 

L’esposizione sarà accompagnata dal volume:
Guido Guidi.
Carlo Scarpa’s Tomba Brion
2011 Hatje Cantz Verlag

Le fotografie sono disponibili su richiesta.

Inaugurazione
giovedì 21 febbraio 2013, ore 19.00
Esposizione
dal 22 febbraio al 14 aprile 2013

 

Direzione
Accademia di architettura
+41 (0)58 6665000
[email protected]

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