Il Fondo Nazionale Svizzero premia nove progetti di ricerca presentati dall'USI

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Servizio comunicazione istituzionale

18 Ottobre 2024

Nella seconda delle due tornate annuali di finanziamenti del Fondo Nazionale Svizzero (FNS), nove proposte presentate da ricercatori dell'Università della Svizzera italiana (USI) hanno ricevuto un riscontro positivo. Questi progetti abbracciano le numerose discipline presenti nell'università.

Il Fondo Nazionale Svizzero finanzia i migliori progetti sottoposti a valutazione entro le due scadenze annuali di aprile e ottobre. Con nove progetti premiati in questa tornata, l'USI conferma la qualità e la competitività della sua ricerca a livello nazionale. La gamma dei progetti finanziati evidenzia la vivacità e la varietà delle aree di ricerca delle Facoltà e degli istituti affiliati dell'USI.

Complessivamente, i progetti hanno ricevuto un finanziamento di poco più di 6 milioni di franchi svizzeri.

Per la Facoltà di comunicazione, cultura e società, è stato sostenuto il progetto del Professor Michael Gibbert, Istituto di marketing e comunicazione aziendale (IMCA), dal titolo "Mutatis mutandis: How do Analytical Moves to (un)silence context influence article citation and policy impact of case studies in management and organizational research?" , il quale si focalizza sullo studio delle modalità utilizzate dagli studiosi per considerare il contesto, definito come l'insieme delle circostanze rilevanti in cui si svolge un fenomeno, negli studi di gestione e organizzazione (MOS). 

All'interno della stessa Facoltà è stato sostenuto il progetto della Professoressa Jolanta Drzewiecka, Istituto di argomentazione, linguistica e semiotica (IALS), intitolato "Relational integration in place: affect and power in everyday practices", il quale, partendo dall'osservazione del contesto ticinese, mira a dimostrare come l'integrazione relazionale sia un processo mondano, multidirezionale e diffuso che si svolge attraverso pratiche quotidiane e relazioni sociali.

Per la Facoltà di scienze informatiche è stato sostenuto il progetto del Professor Michele LanzaIstituto del software (SI), intitolato "FORCE - eXtended Reality Software Engineering", il quale si propone di sviluppare una metodologia completa di ingegneria del software per la realtà estesa, integrata da un adeguato supporto di strumenti. Questa metodologia comprende l'intero ciclo di vita del software, ossia progettazione, sviluppo, manutenzione e comprensione.

Sempre all'interno della Facoltà di scienze informatiche, il FNS ha deciso di finanziare il progetto dell'Istituto ricerche solari Aldo e Cele Daccò (IRSOL) - affiliato all'USI - condotto dal Professor Luca Belluzzi, dal titolo "Forward modeling and inversion of spectropolarimetric observations in strong chromospheric lines", il quale si focalizza sullo studio dei campi magnetici presenti in un particolare strato dell'atmosfera del Sole, la cromosfera. Per conseguire questo ambizioso obiettivo, saranno sviluppati e applicati metodi diagnostici innovativi basati sulla modellizzazione teorica e numerica della polarizzazione della luce proveniente dal Sole.

La Facoltà di scienze biomediche ha ricevuto il sostegno del FNS per cinque progetti, per un totale di circa 3'400'000 franchi svizzeri. Il primo è quello del Professor Vittorio LimongelliIstituto Eulero (EUL), intitolato "Learning the activation mechanism in G protein coupled receptors from free energy calculations", il quale mira a migliorare la nostra comprensione della funzionalità dei recettori, rivelando gli stati funzionali chiave durante la loro attivazione, chiarendo le interazioni ligando-recettore e stabilendo una base strutturale per la progettazione di ligandi con attività farmacologica personalizzata.

Sempre all'interno della Facoltà di scienze biomediche, l'Istituto di ricerca in biomedicina (IRB)affiliato all'USI, ha ottenuto due finanziamenti.

Il primo è stato assegnato al Professor Davide Robbiani per il progetto "Human antibodies to flavivirus threats", il quale si prefigge di gettare le basi per future indagini volte a sviluppare interventi specifici, basati sul sistema immunitario, contro le infezioni da flavivirus - una minaccia globale crescente - rispondendo così a un'esigenza medica critica non soddisfatta.

Il secondo finanziamento è stato attribuito al Professor Roger Geiger per il progetto "CRISPR screens in human tumor model to identify factors regulating the antitumor activity of dendritic cells", il quale mira a migliorare la comprensione dei geni che regolano le funzioni antitumorali delle cellule dendritiche. Per farlo il progetto prevede la creazione di un modello di tumore umano in 3D in cui le cellule dendritiche derivate da iPSC vengono attivate all'interno del nucleo di tumoroidi in crescita, assorbono l'antigene tumorale e lo presentano alle cellule T primarie, che poi sradicano i tumori.

La Facoltà di scienze biomediche e l'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) hanno inoltre ricevuto il sostengo del FNS per due progetti, ottenendo un finanziamento totale di 1'250'000 franchi svizzeri.

Il primo progetto è quello del Professor Simone Bersini, intitolato "A high-throughput microphysiological platform to analyze the role of the aging human vasculature in melanoma metastases". Esso riguarda la “biofabbricazione” di modelli in microscala della barriera emato-encefalica attraverso sistemi miniaturizzati chiamati “organ-on-a-chip”. Utilizzando cellule vascolari umane, il progetto permetterà di costruire modelli 3D dei capillari cerebrali per capire come il loro invecchiamento rappresenti una via preferenziale per la formazione di metastasi da melanoma. L'obiettivo finale è quello di ottenere risultati utili per lo sviluppo di nuove terapie per il trattamento dei tumori che colpiscono il cervello. 

Il secondo progetto a essere stato finanziato è quello del Professor Lucio Barile, dal titolo "Targeting an Antisense lncRNA of the Desmoplakin Gene for Treating Arrhythmogenic Cardiomyopathy in Human Cellular Model". Si tratta di un progetto di ricerca bilaterale con la Dott.ssa Marzia De Bortoli dell'Istituto Eurac Research di Bolzano. L'obiettivo è sviluppare nuove terapie per la Cardiomiopatia Aritmogena, una malattia ereditaria che causa la sostituzione del tessuto cardiaco con materiale fibroso e adiposo, aumentando il rischio di aritmie e morte cardiaca improvvisa. Il progetto utilizza tecnologie avanzate, tra cui cellule pluripotenti e tessuti ingegnerizzati, per studiare la malattia e sviluppare nuovi approcci terapeutici. Collaborano inoltre l'Università di Padova e l'Università di Gand.

 

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