I debiti del mondo e quelli degli USA, tra rischi e modelli vincenti

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17 Ottobre 2024

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima che il debito degli Stati del mondo sia di 100mila miliardi di dollari. Tra le principali nazioni indebitate vi sono gli Stati Uniti d’America (USA). Di questa situazione e dei suoi rischi ne ha parlato Giovanni Barone Adesi, professore emerito presso la Facoltà di scienze economiche dell’Università della Svizzera italiana (USI), in un’intervista al Corriere del Ticino.

Attualmente il mondo naviga in un mare di debiti. Nella fattispecie di debito pubblico, ovvero degli Stati, che entro la fine dell’anno si appresta a superare la soglia psicologica dei 100 mila miliardi di dollari. E probabilmente la situazione “è peggio di ciò che sembra”. A scriverlo è il Fondo Monetario Internazionale (FMI), in un articolo dai toni velatamente allarmistici. Il dato più stupefacente, tuttavia, è che l’indebitamento complessivo degli Stati Uniti d'America - compreso dunque di quello privato - ammonterebbe da solo a questa cifra enorme. Ci si chiede pertanto se la produzione di reddito attuale e futura sarà in grado di sostenere un simile debito. “Se negli USA si continuerà con le attuali politiche economiche il debito pubblico non sarà più sostenibile e si arriverà a un punto di rottura” afferma Giovanni Barone Adesi, professore emerito di Teoria finanziaria all’USI. Quando, e se, si arriverà a questo punto di rottura non è possibile saperlo, in quanto “è una situazione che non abbiamo mai vissuto in un’economia così globalizzata”.

“Per rimanere agli Stati Uniti, non hanno aiutato alcune politiche economiche espansive. L’ultimo pacchetto di stimoli varato dall’amministrazione Biden per sostenere i consumi post-pandemia è stato sostanzialmente inutile dal profilo economico. Ha peggiorato il deficit di bilancio. Anche i consiglieri vicini al presidente Biden erano pubblicamente contrari. Inoltre la decisione di questi giorni di mandare un altro costosissimo sistema anti-missile in Israele, che ha già un’ottima difesa balistica, è discutibile” commenta il Professor Barone Adesi.

L’eccesso di debito (pubblico e privato) ha delle conseguenze quando non è sostenibile. Ma di che ripercussioni si parla? Può il tutto, ad esempio, sfociare in una crisi finanziaria? “Sì, se è mal gestito. Come in qualsiasi bilancio bisogna fissare delle priorità che possono essere, o meno, condivisibili. Ma c’è comunque spazio per portare avanti situazioni che sembrano quasi surreali. Un esempio è il debito giapponese, notoriamente enorme (oltre i 9mila miliardi di dollari). Il Giappone però non ha mai avuto difficoltà a finanziare questo debito” afferma Giovanni Barone Adesi. Effettivamente gli investitori (privati e istituzionali) del Giappone hanno sempre acquistato i propri titoli di Stato, così come il Giappone è il primo “cliente” del Tesoro USA, da cui acquista i Treasury Bonds (attualmente ne detiene il 14% del totale). Ma se il Giappone dovesse cambiare idea sui Bonds USA, sarebbe forse possibile raggiungere “il punto di rottura”. “Recentemente ci siamo andati vicini, quando la Bank of Japan ha deciso di abbandonare il regime dei tassi d’interesse negativi. I risparmiatori e investitori giapponesi hanno cominciato a ‘disertare’ gli asset americani, motivo per il quale la banca nipponica ha dovuto fare marcia indietro per evitare di destabilizzare il sistema finanziario statunitense, che avrebbe avuto un forte impatto anche sull’economia giapponese” spiega il Professore emerito dell'USI.

Infine una nota sul debito privato, che è altrettanto importante in quanto sussiste un legame abbastanza stretto trai due tipi di debito. “Si pensi alla crisi dei subprime scoppiata quindici anni fa, che ha avuto origine nel privato e che ha dimostrato come una cattiva gestione del debito privato investe a sua volta le banche che, messe in difficoltà, necessitano dell’intervento statale per salvarle dall’insolvenza” conclude Giovanni Barone Adesi.

L'intervista completa, curata da Dimitri Loringett e pubblicata sulle pagine del Corriere del Ticino, è disponibile al seguente link.

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